Barbie, Ken e la rivoluzione del femminismo pop : la “kenergia” di Ryan Gosling

Il film di , tanto atteso, sembra destinato a diventare il film dell' e a risvegliare le sale cinematografiche desolate. La regista Greta Gerwig ha trovato un modo innovativo per rivoluzionare l'immagine della bambola più criticata del mondo, trasformandola in un'icona femminista. Il risultato è un fenomeno di pop culture che ha già dato vita a un neologismo: “kenergia”.

“Kenergia”: un nuovo termine per un nuovo ruolo

La “kenergia” è un concetto introdotto dal protagonista maschile del film, interpretato da Ryan Gosling. Nel film, Gosling interpreta Ken, il classico partner di Barbie, ma con una nuova prospettiva femminista. La “kenergia”, come Gosling l'ha descritta, è un mix di bionditudine, autoironia e l'accettazione che il mondo è di Barbie e Ken è solo una comparsa.

Questa nuova visione di Ken come comparsa in un mondo dominato da Barbie rappresenta un rovesciamento dei ruoli tradizionali di genere. In Barbieland, Ken è ridotto a un accessorio, un personaggio senza potere di decisione o influenza. Come Greta Gerwig sottolinea provocatoriamente nel film, Ken occupa ora la posizione marginale che le donne hanno occupato da sempre nella società.

Il potere di Barbie: un mondo rosa al comando

Nella visione di Gerwig, Barbie non è più solo una bambola, ma un simbolo di potere femminile. Le Barbie nel film sono le figure dominanti: vincono premi Nobel, occupano posizioni di potere, influenzano la società. Ken, nel frattempo, è relegato a mostrare i muscoli sulla spiaggia, un ruolo marginale nel mondo di Barbie.

La “kenergia”, quindi, diventa uno strumento di satira. Mette in evidenza i desideri sciocchi indotti, l'adorazione dell'apparenza e la sottomissione a un ruolo secondario – tutti aspetti tradizionalmente attribuiti alle donne – ora sono assegnati agli uomini.

La missione di Greta Gerwig: raccontare storie di donne

Greta Gerwig, una regista che non ha mai esitato a raccontare storie di donne, usa il film di Barbie per continuare la sua missione. Dal personaggio in cerca di sé stessa in “Frances Ha” alla ribelle Jo in “Piccole donne”, Gerwig ha sempre cercato di esplorare le sfaccettature della femminilità.

Con il film di Barbie, Gerwig si è assunta un compito enorme. La bambola Barbie è spesso criticata per la sua rappresentazione irraggiungibile dell'aspetto fisico e per le sue aspirazioni “di plastica”. Trasformare Barbie in un simbolo femminista era un'impresa rischiosa. Tuttavia, grazie alla “kenergia”, Gerwig ha creato una satira. È incentrata sui tempi moderni e sulla parità di genere. Il film segna un nuovo capitolo. È un capitolo della cultura pop. Le donne sono al comando. Gli uomini sono ridotti a ruoli di comparsa.

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